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Fontiera Mauritana

Fontiera Mauritana

21.05.2012 (Guergarat / Wetern Sahara)

Arriviamo alla frontiera tra Sahara Occidentale e Mauritania in serata. La frontiera è chiusa e riapre solo il giorno dopo alle nove di mattina. Siamo la quinta macchina in attesa davanti alla barriera abbassata. Siamo in mezzo al deserto. A parte la frontiera , c'è una gazelle (postazione militare), un ristorante/hotel, un edificio pubblico con alti muri, una stazione di servizio e un'agenzia di assicurazioni per veicoli marocchina. Conosciamo subito il custode del posto. E' stato militare marocchino per 25 anni ed ha combattuto il fronte polisario. E' stato colpito tre volte. Una volta alla testa. Gira tra le auto indossando un gillet arancione, imbraccia un grosso bastone e ha la torcia sempre pronta. Ha l'occhio attento. Lui la notte non dorme. E' abituato, dice. Ci fa subito uscire dalla colonna di macchine promettendo di riservarci la quinta posizione. Non chiede tanto. Riusciamo così a montare la tenda sul tetto della Patrol protetti un minimo da un muro di cinta. Il vento è così forte da far costantemente sobbalzare la macchina. Gli occhi sono pieni di sabbia ed è difficile muoversi. Mentre Daniele va un po' in crisi per il troppo vento, Bega prepara un buon piatto di Barilla al tonno. Mangiamo nell'abitacolo. Caffè e discussioni. Notte agitata. Vento, rumori e Tatà costantemente all'erta davanti all'auto. Alle nove di mattina la barriera si apre e la trafila di formalità comincia: police, timbro sul passaporto, dogana, gendarmerie, police, dogana, gendarmerie (e qui per passare sacrifichiamo il nostro ultimo pacchetto di Lavazza rosso...), controllo macchina, dogana, police e gendarmeria e di nuovo dogana. Ci mettiamo 4 ore per entrare finalmente in Mauritania. Tra le due dogane bisogna attraversare un chilometro di "no man's land", la terra di nessuno. Siamo un po' agitati. I racconti riguardanti questo territorio non sono rassicuranti. L'asfalto finisce e siamo catapultati in una terra di sabbia e piste senza legge. Le scheletri di macchine bruciate ed abbandonate si susseguono. E' la terra di nessuno. Non vigono leggi. Siamo così agitati da dimenticare di inserire il 4x4, usciamo dalla pista più battuta e fatalmente la macchina, dopo una forte sbandata, sprofonda e si blocca nella sabbia. Nel tempo di battere una volta le palebre, dal nulla appaiono delle persone. Vogliono aiutarci a disinsabbiarci. Sono insistenti e l'agitazione sale. Ma questa volta sappiamo esattamente cosa fare. Scendiamo dalla macchina, valutiamo la situazione, inseriamo le ridotte, Daniele libera le ruote dalla troppa sabbia, mentre Bega riduce la pressione dei pneumatici. In pochi minuti raggiungiamo la frontiera mauritana.

 

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